Affacciato sul Golfo di Taranto, San Giorgio Jonico si trova a 13 chilometri dalla Città di Taranto. Tra i punti di maggior interesse si evidenzia la Chiesa Madre Santa Maria del Popolo. È in stile barocco ed è stata eretta nel XVIII secolo su un antico luogo di preghiera risalente al X-XI secolo. La chiesa Matrice presenta una pianta a navata unica e facciata neoclassica, ibrida di linee tardo barocche, presenta frontone e timpano stretti tra un campanile a torre ed uno a vela. Al suo interno sono conservate tele del settecento di pregevole fattura, dedicate alla Madonna del Popolo, alla Vergine del Rosario, alla Vergine del Purgatorio.
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La centrale piazza San Giorgio invece sfoggia un interessante mosaico pavimentale che raffigura il santo guerriero a cavallo. Nella centralissima Piazza San Giorgio è situato il Vecchio Palazzo del Municipio. Il centro storico è ricco di chiese e palazzi nobiliari come il settecentesco Palazzo Imperio Palazzo Alberini-De Siati e Palazzo Alberini-Caramia. Da ammirare sono inoltre la Cappella della Madonna della Croce, la Chiesa Ss. Maria Immacolata e Villa Parabita. Possente è il castello innalzato dai conti D’Ayala Valva agli inizi del ‘900 avvolto da suggestioni medievaleggianti. Appena fuori dal centro abitato si trovano «LeTagghjate» cave tufacee che si sviluppano per circa due chilometri sul fianco della collina Belvedere dipingendo un paesaggio surreale. |
Presso il Centro di Informazione ed Accoglienza Turistica realizzato in un immobile sottratto alla mafia con fondi FESRGAL Colline joniche è possibile ritirare la documentazione informativa legata ai Comuni afferenti il Gal e alle loro iniziative turistiche. CURIOSITÀ: Decine e decine di biciclette, settanta per la precisione, riempionol e aule dell’ex scuola elementare “Nesca” inebriandole di evocazioni storiche. L’esposizione accoglie velocipedi di provenienza diversificata, dall’Italia e non solo, coprendo un arco di tempo che va dai primi del ‘900 sino agli anni ’60, anni in cui il motore sotituisce la fatica delle pedalate. La vera bellezza di questa mostra non è la semplice esposizione delle biciclette, pezzi unici e ormai introvabili ma, i mestieri che ognuna di loro rendeva possibile. L’idea originale è del collezionista Pasquale Tripiedi. |