Piccolo paese ad appena 12 km da Taranto, Monteiasi fu antico centro della Magna Grecia e dell’Albania salentina. Una piccola colonia del «Paese delle aquile» si trasferì qui nel XV secolo e ancora oggi sopravvive tra le poche rimaste nell’Italia meridionale. Il paese si sviluppò intorno alla masseria degli Antoglietta divenendo poi baronia, ma nel XVI secolo fu baronato passando nelle mani degli Ungaro. Leggenda narra che fu proprio uno dei figli di questa nobile famiglia a essere miracolosamente guarito davanti alla reliquia del Crocifisso, rinforzandone così la venerazione ed elevandolo a protettore della città.
Il culto della Croce pervade anche il piccolo centro storico dove la Chiesa Matrice risalente al XVI secolo dedicata a San Giovanni custodisce tre antichi crocefissi oltre alla statua in legno dell’Immacolata. Le tracce più antiche di Monteiasi e dell’uomo emersero dalla terra nel1891: all’interno della Tenuta San Nicola nei pressi della stazione ferroviaria vennero alla luce i resti di una necropoli di circa 80 tombe e reperti di matrice greca. La chiesa matrice, sede dell’unica parrocchia di Monteiasi, è intitolata a san Giovanni Battista. La prima costruzione risale alla fine del XVI secolo. Ampliata fra XVIII e XIX secolo, è santuario del Santissimo Crocefisso. Degne di nota sono le tre statue del crocefisso. La statua lignea del 1612, posta in una nicchia sull’altare centrale; le due raffigurazioni in cartapesta del XVIII secolo, portate in processione per le vie della cittadina il 3 maggio (Invenzione della Croce, festività nota come lu Crucifissu piccinnu) e il 14settembre (Esaltazione della Santa Croce, antica solennità nota come lu Crucifissu granne). |
|
Ulteriori elementi di pregio sono una raffigurazione in legno della Vergine Immacolata risalente al Seicento e una statua in cartapesta di san Giovanni Battista, risalente al Settecento. Nella navata destra un cartiglio commemorativo ricorda il dono di una effigie lignea del Crocifisso da parte di una missione di Gesuiti nel 1616, condotta dal padre Giulio Pignatari. L’oratorio della Congregazione del Santissimo Sacramento e Rosario, sito in via Lotta, contiene al di sopra del portone d’ingresso un organo a canne del XVIII secolo. |